Nasce a Napoli il 15 ottobre 1920. Nel 1939 diventa carabiniere, dopo aver frequentato la scuola Allievi carabinieri di Roma. Nel 1943, dopo l’8 settembre, è impiegato presso la caserma di Torrimpietra, alla quale era stato assegnato un anno prima, nel 1942. In quel periodo alcuni paracadutisti tedeschi si stanziano vicino alla caserma, in una zona abbandonata precedentemente occupata dalla Guardia di Finanza.
Il 22 settembre 1943, durante un’esplorazione di case abbandonate, una bomba a mano scoppia uccidendo due soldati tedeschi e ferendone altri due. È probabile che l’incidente sia stato provocato dagli stessi tedeschi maneggiando del materiale bellico in modo incauto, ma i nazisti incolpano ignoti attentatori locali, e chiedono alla caserma di Torrimpietra aiuto nelle indagini. Nel farlo, danno anche una scadenza: i carabinieri hanno tempo fino all’alba per indagare, dopodiché scatterà una rappresaglia. Nella caserma di Torrimpietra il maresciallo comandante in quel momento è assente, e al comando c’è Salvo d’Acquisto, che prende in carico il caso e inizia a indagare. All’alba conferma ai soldati tedeschi i suoi sospetti: non c’è nessun attentatore locale, si è trattato di un incidente. Ma la versione dei fatti non viene accettata, e la rappresaglia scatta.
Vengono scelte a caso e rastrellate 22 persone fra gli abitanti della zona. Tutti i prigionieri e Salvo d’Acquisto vengono condotti nella piazza principale del paese. Gli ostaggi vengono portati vicino alla Torre di Palidoro e costretti a scavare le proprie fosse: al termine dell’operazione avverrà la fucilazione. Salvo d’Acquisto chiede di poter parlare privatamente con l’ufficiale tedesco presente sul posto, servendosi di un interprete. Al termine della conversazione i prigionieri vengono liberati, e il vice brigadiere resta da solo nella fossa.
L’autoaccusa di Salvo d’Acquisto è stata considerata un grande atto di eroismo che ha valso al carabiniere ventiduenne la medaglia d’Oro al Valor Militare e la canonizzazione iniziata nel 1983 per cui la chiesa cattolica lo ha nominato Servo di Dio.
Le sue spoglie, riportate a Napoli nel 1947 e tumulate presso il sacrario militare di Posillipo, si trovano oggi nella Basilica di santa Chiara a Napoli.