Buon pomeriggio, la legge 46/2022 ha permesso la costituzione delle associazioni professionali a carattere sindacale nel nostro mondo del lavoro, non di categoria e senza obbligo di iscrizione. Anche se il mio pensiero è divergente con il testo su alcuni punti, ritengo che la forza della legge sia data dalla rappresentatività di tutta l'Arma, a prescindere dalla sigla. L'iscrizione, pertanto, dovrà essere il punto di partenza per attuarla, altrimenti il contenuto sarebbe vuoto. Si tratterà di un processo storico culturale e solo una dialettica sana e conoscitiva può portare a risultati davvero utili, solo così assisteremo ad un processo evolutivo e non involutivo. La garbatezza, lo stile, la forma, la preparazione, l'umiltà, i contenuti, provano ad essere punti salienti di questo progetto, sano ed equilibrato, che non guarda ad una società Arma apparente ma alla realtà lavorativa che ci appartiene veramente. Siamo stati iscritti all'albo al numero 1 per aver presentato lo statuto dopo la legge. Oggi, più che mai, il mondo lavorativo, in continua evoluzione, merita tutta la considerazione possibile da una legge corposa e non facile per certi versi, motivo per cui richiederà sempre un confronto. Questo me lo fa pensare, sia l'appartenenza allo stato maggiore da 21 anni che il quinquennio maturato di rappresentanza, cioè la consapevolezza che qualsivoglia regola passa da un rapporto dialettico di confronto leale e costruttivo, ma fatto di sola conoscenza. Da parte di tutti noi ci vuole una maggiore e responsabile presa di coscienza.
Lunedì scorso, incontrando il Ministro della Difesa abbiamo espresso i nostri pensieri, compreso i dubbi; un ragionamento lavorativo di tutela con la giurisprudenza non dovrebbe avere limitazioni sui confronti dialettici, a tutela dei lavoratori. Ci siamo spesi affinché il confronto diventi l'anima di questa legge, oltre all'scrizione, dovrà essere un momento di maturità collettiva e non un mondo di apparenze. Abbiamo rappresentato la necessità di avere lo Stato come punto di riferimento, lo chiedono tutti i Carabinieri, abbiamo iniziato un percorso per dire che in Italia ci sono nostri colleghi che lavorano in contesti socio culturali altamente degradati. Abbiamo ricordato a tutti che l'Arma è un'Istituzione a Servizio e deve essere sempre un modello educativo nella società di diritti e doveri, che solo l'impegno e l'educazione continua della lealtà deve essere la pratica quotidiana.
La partecipazione di ogni categoria renderebbe ancora più responsabili.
Segretario nazionale Siulcc Perez Maurizio, dell'Ufficio Logistico