Data del conferimento: 24/10/2018
Alla memoria
motivazione:
Allievo ufficiale di complemento, subito dopo l'8 settembre 1943 compiva la scelta di schierarsi contro l'oppressore e si distingueva per la spiccata attitudine al comando e l'estrema audacia, attaccando con un pugno di uomini ingenti forze nemiche e conducendo temerari atti di sabotaggio. L'elevatissimo profilo morale lo portò sempre ad esecrare ogni forma di violenza gratuita e di brutalità, ordinando la liberazione di militari tedeschi fatti prigionieri, e ad anteporre la salvaguardia della popolazione civile anche a costo di immolare, per prima, la propria vita. Nella drammatica battaglia del Monte Gottero, posto al comando di una compagnia partigiana, resisteva strenuamente ai furiosi attacchi di un avversario superiore per numero e mezzi, consentendo al grosso delle unità l'ordinato ripiegamento su retrostanti posizioni. Incalzato da presso e asserragliatosi in una caverna con pochi ardimentosi e alcuni civili, continuava a resistere splendidamente fino a che, esaurite le munizioni, offriva il proprio sacrificio in cambio delle loro vite. Sottoposto ad atroci torture e sevizie senza nulla rivelare al nemico, veniva condotto alla fucilazione. Fulgido esempio dei più elevati valori della Resistenza, davanti ai suoi carnefici trovava la forza di gridare «Viva la libertà», prima che il suo corpo fosse abbandonato sul posto come monito per la popolazione. La Spezia, 3 febbraio 1945.
Data del conferimento: 23/12/2021
Alla memoria
motivazione:
Addetto a Reggimento Carabinieri, in servizio di protezione ad Ambasciatore italiano impegnato in missione umanitaria in area caratterizzata da intensa conflittualità, ne garantiva, con fredda e ferma determinazione, l’incolumità durante il violento tentativo di sequestro ad opera di un commando armato. Nelle successive concitate fasi del conflitto a fuoco tra i rapitori e le forze di sicurezza locali, nel frattempo sopraggiunte, proseguiva, sprezzante dell’imminente pericolo, la coraggiosa azione di protezione dell’autorità. Nel corso dell’ultimo impavido tentativo di mettere in salvo il diplomatico, fattogli scudo con il proprio corpo, veniva colpito a morte, decedendo sul campo. Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio. Goma (Repubblica Democratica del Congo), 22 febbraio 2021
Vengono scelte a caso e rastrellate 22 persone fra gli abitanti della zona. Tutti i prigionieri e Salvo d’Acquisto vengono condotti nella piazza principale del paese. Gli ostaggi vengono portati vicino alla Torre di Palidoro e costretti a scavare le proprie fosse: al termine dell’operazione avverrà la fucilazione. Salvo d’Acquisto chiede di poter parlare privatamente con l’ufficiale tedesco presente sul posto, servendosi di un interprete. Al termine della conversazione i prigionieri vengono liberati, e il vice brigadiere resta da solo nella fossa.
L’autoaccusa di Salvo d’Acquisto è stata considerata un grande atto di eroismo che ha valso al carabiniere ventiduenne la medaglia d’Oro al Valor Militare e la canonizzazione iniziata nel 1983 per cui la chiesa cattolica lo ha nominato Servo di Dio.
Le sue spoglie, riportate a Napoli nel 1947 e tumulate presso il sacrario militare di Posillipo, si trovano oggi nella Basilica di santa Chiara a Napoli.